Laboratorio 3
EMOZIONI E MUSICOTERAPIA
Il suono è espressione dell’unità mente-corpo-emozioni- relazioni. Produrre suoni e fruire di quelli altrui significa relazionarsi all’altro attraverso il mezzo sonoro. La musicoterapia si pone come ponte per riequilibrare la dimensione interna del soggetto, rispettando i tempi personali e consentendo di esprimere le profondità grazie all’immediatezza del mezzo sonoro. Il terapista e il soggetto instaurano un rapporto positivo e proficuo: il primo cerca il giusto tempo e ritmo dell’altro, il secondo è condotto all’uso delle sue risorse residue. La persona non è un'entità meccanica, ma filtro attivo, un campo in cui avvengono scambi fra interno ed esterno, individuale e sociale, natura e cultura. L'essere umano non è solo mente, non è solo corpo, non è solo emozioni, ma insieme mente, corpo ed emozioni, quindi un intervento di musicoterapia, mira al ripristino dell'armonia globale della persona. La musicoterapia, in virtù della peculiarità del mezzo sonoro e della centralità della dimensione emotiva, mira a porsi come elemento riequilibratore e armonizzante dello spazio interno e sociale della persona, rispettando i tempi, i turni dando voce alla profondità tramite l'immediatezza del musicale, puntando alla relazione positiva con la persona, alla valorizzazione delle sue risorse residue, in accordo e in sintonia con la persona, con la finalità di trovare, assieme al terapista, il giusto spazio, il giusto ritmo e il giusto tempo ... perché il rapporto uomo -suono è un rapporto complesso, che va inserito nell'ampia "catena bio-psico-socio-ambientale". (Lorenzetti 1984) Il processo terapeutico può essere inteso come percorso di ri-equilibrio di mente, corpo e spirito. Ribilitare significa riacquisire la propria “interezza”.
L’obiettivo cardine in Musicoterapia è “L’armonizzazione” ovvero una complessa successione di eventi secondo la concetualizzazione che ne ha fornito Moretti (1976) tendente a promuovere uno sviluppo armonico di vari analizzatori sensoriali, motori, cognitivi e affettivi. Sappiamo dalla psicologia cognitivista che nei processi d’apprendimento i momenti di disarmonia sono indispensabili per produrre quegli scarti evolutivi che potranno poi confluire in un nuovo equilibrio. Dal punto di vista neurosensoriale e neuromotorio, lo stato di disarmonia corrisponde a una situazione in cui gli analizzatori si trovano disomogeneamente collocati rispetto al funzionamento beta o alfa (Bion 1962).Il processo terapeutico di armonizzazione deve prima di tutto riguardare i singoli analizzatori sensoriali e motori. L’obiettivo non è dunque di ottenere un funzionamento particolarmente progredito o sofisticato di uno o più di essi, ma piuttosto di portare ciascuno di essi ad integrarsi nell’organizzazione mentale complessiva della persona, in modo che vi sia una sufficiente fluidità nel gioco dei rimandi dal sensoriale al motorio, e nell’ambito del sensoriale, dal visivo al tattile, dal tattile all’olfattivo, e così via. (…). Il passaggio dalla funzione beta alla funzione alfa è tanto più armonicamente possibile quanto più all’interno della persona si compie una adeguata rappresentazione della vita affettiva che integri sensazioni corporee, cenestesiche, stati emotivi e sentimenti.[1]
[1] Lineamenti di Musicoterapia. P.L..Postacchini; Andrea Ricciotti, Massimo Borghese Carocci Editore Roma 1998
La musica è strettamente legata ai sentimenti e all'esperienza dell'uomo come essere sociale. Sensazioni, ricordi ed emozioni suscitati dalla musica sono molteplici e personali. La musica stimola le immagini che hanno un particolare background emotivo. Queste immagini ne richiamano altre estranee al discorso musicale e che appartengono al vissuto personale dell'uditore. Il suono contiene naturale artefatto e soggettivo, quindi è il mezzo più malleabile per rapportarsi con il contesto esterno o l'interiorità. La musica ha rilevanza terapeutica perchè investe il vissuto emozionale individuale e culturale. Durante la crescita viene insegnato all'individuo come controllare le emozioni e, nello stesso tempo, sottolineata l'importanza della spontaneità di queste. Inoltre l'uomo impara come e cosa può suscitargli emozione. Ciò che si tralascia è che le emozioni non hanno solo dimensione culturale e cognitiva ma che appartengono anche al dominio biologico. L' emozione incarna il bisogno dell'uomo di mettere ordine e disordine, di armonizzare o contrastare la disarmonia, di sperimentare o controllare i turbamenti ch e affollano il suo mondo.
La musicoterapia stimola la consapevolezza del soggetto che diventa in grado di esprimere e reintegrare i vari aspetti del sè. La consapevolezza consiste nel controllo cosciente delle esperienze interne ed esterne. L' approccio a questo atteggiamento si origina dalla scoperta e dalla curiosità prive di giudizi e di valutazioni. Quando il soggetto lavora e completa i cicli di consapevolezza, azione e contatto riesce a liberare la sua energia positiva che fluisce meglio. La musica è mezzo creativo ed espressivo per esprimere in modo eloquente le forze e gli aspetti creativi del sé che possono essere celati e non coscienti. Infatti in una seduta di musicoterapia la musica suscita ricordi e senzazioni sepolti. Suono e musica costruiscono la psiche dell' individuo. La costruzione del mondo psichico è affidata ai sensi e la musica svolge un ruolo fondamentale. In questo senso il linguaggio musicale è sistema regolatore centrale della comunicazione ed innato nella specie umana. Mente e corpo sono legati e la musica rievoca questa profonda relazione: si pensi per esempio al ritmo che è proprio della musica ma anche del corpo biologico. La musicoterapia è un insieme di esperienze musicali che favorisce i contatti interpersonali, è un percorso esperienziale di conoscenza di sè e del proprio corpo. L'obiettivo della seduta musicoterapica è scoprire attraverso la musica un nuovo modo di dare forma alle proprie emozioni, di sentirsi e il piacere di esserci. Così procedendo, aumenta la fiducia in se stessi e si comunica in modo efficace. Vengono fuori modalità creative di gestione emozionale. Il lavoro musicoterapico sul corpo è anche un lavoro sulle emozioni, sul modo di essere al mondo. Esprimere le emozioni attraverso il mezzo musicale coinvolge l'immaginazione e favorisce l'espressione avulsa da regole precostituite, aiuta la persona a scoprire le proprie potenzialità procedendo con un guadagno in termini di autonomia e sicurezza. Infatti un'espressione inespressa comporta difficoltà psichica che diventa inesprimibile con il codice verbale. L'espressione artistica porta in una dimensione pre-verbale e dà forma all'indicibile rendendo l'emozione qualcosa di osservabile a livello concreto e scientifico. La comunicazione non verbale si realizza con lo scambio affettivo e nel setting musicoterapico si scaricano e manifestano emozioni al fine di poterle elaborare. Nella relazione musicoterapica, è il dialogo sonoro a permettere alla persona di esprimersi. E' bene sottolineare che nell'arte terapia in genere , la persona non è sola; si genera un rapporto con il terapista, un'alleanza attraverso la quale la creazione viene accolta, osservata e discussa. Il terapista deve saper accogliere e amplificare i messaggi della persona senza estrapolare la coincidenza con i canoni estetici. Ciò che conta è la contemplazione e l'osservazione di ciò che il soggetto sta comunicando. La musicoterapia si svolge all'interno di un luogo protetto e delicato per indurre il soggetto a comunicare stati che sarebbe impossibile esprimere verbalmente . E' bene sottolineare, che il percorso di musicoterapia va attuato nell'ottica dello scambio continuo di informazioni. L'essere umano è dotato di strumenti di espressione alternativi alla parola e condotti in un percorso che conduce al ritrovamento della melodia di cui il soggetto è risonanza.